Che cos’è l’analisi di benchmark: quello che devi sapere
Nell’ambito delle tecniche manageriali di indagine si sente spesso parlare di analisi di benchmark e di attività di benchmarking ma, al di là di una sommaria traduzione, non tutti sanno di cosa si tratta.
Trattandosi di un processo sempre più utilizzato nell’ambito del management aziendale, diventato praticamente indispensabile per una maggiore competitività sul mercato, l’Università Telematica Niccolò Cusano di Cagliari ha deciso di realizzare una breve guida sull’argomento.
Nei prossimi paragrafi analizzeremo e approfondiremo il concetto, fornendo ai lettori una panoramica della metodologia, sia dal punto di vista tecnico-operativo che della funzionalità/utilità.
Cos’è il benchmarking
Prima di addentrarci nel processo di analisi cerchiamo di comprendere il concetto attraverso la definizione di benchmark fornita da Treccani, che riportiamo di seguito:
“Nel linguaggio aziendale e finanziario, e spec. nell’attività del benchmarking, indice, ottenuto componendo vari indici di diversa natura, adoperato dalle società di investimento come termine di paragone per valutare e per rendere evidente al cliente il rendimento, cioè l’efficacia, di un determinato investimento.”
Il termine inglese ‘benchmark’ indica quindi un valore, un ‘parametro di riferimento’.
È necessario, a questo punto, comprendere il concetto di benchmarking.
Prenderemo in esame ancora una volta la definizione riportata sul sito della Treccani, che risulta essere chiara e anche piuttosto esaustiva:
“Il benchmarking è una metodologia di indagine che aiuta le imprese a confrontarsi con altre al fine di migliorare le singole attività (processi) ed il business. Consiste nell’identificare e comprendere le best practices ed i fattori critici di successo di altre organizzazioni per poi adattarle in modo intelligente e creativo alla specificità del proprio business e della propria impresa per migliorare le performance.”
Spiegato in altre parole, il benchmarking è una metodologia di indagine utilizzata per mettere a confronto le proprie performance con quelle dei competitor presenti sul mercato, prevalentemente con quelle dei maggiori player.
Si tratta quindi di uno strumento finalizzato ad analizzare la concorrenza e ad individuare punti di forza e punti deboli delle altre imprese, relativamente a prestazioni, prodotti e servizi.
L’obiettivo finale è utilizzare l’esperienza altrui per migliorare il proprio business.
Come fare benchmarking competitivo
Attualmente, l’esigenza di essere competitivi sul mercato ha condotto le aziende ad investire consistenti risorse, umane ed economiche, nel benchmarking.
Moltissime imprese dispongono di un reparto dedicato all’interno dell’azienda, la cui gestione è affidata a profili esperti e manager specializzati nel campo dell’analisi di benchmark.
Entriamo maggiormente nel dettaglio dell’argomento e cerchiamo di capire come si sviluppa il processo di comparazione.
Dal momento che l’impostazione dell’attività di analisi dipende dalla grandezza dell’impresa prenderemo in considerazione soltanto gli step principali del benchmarking, ovvero i punti imprescindibili affinché risulti efficace.
1. Analisi del business e dei processi interni
Lo step che avvia il processo di benchmarking consiste nell’analizzare in maniera capillare il proprio business, partendo dagli aspetti più evidenti per arrivare ai dettagli più ‘nascosti’.
I risultati dell’analisi determinano la situazione dell’azienda, base di partenza fondamentale per individuare eventuali criticità e punti da migliorare, sia a livello operativo che strategico-gestionale.
2. Selezione dei competitor da studiare
Il passaggio successivo relativo ad un’analisi di benchmark consiste nell’identificare i competitor e i relativi business da studiare.
Si procede quindi con la definizione dei parametri da analizzare, ovvero i criteri oggettivi da misurare e comparare, e delle modalità operative attraverso le quali condurre l’indagine.
Per chiarire ulteriormente, quando parliamo di parametri e criteri ci riferiamo alla tipologia di dati da prendere in esame quali ad esempio il costo di gestione, il costo del lavoro, le spese energetiche, la composizione dello staff, l’organizzazione interna dell’azienda e dei dipendenti, il livello di innovazione, ecc.
Tra le attività più comuni finalizzate alla raccolta di informazioni rientrano interviste a figure dirigenziali, analisi di case study e lo studio del traffico, con relative conversioni, attraverso l’utilizzo di tool specifici.
In altre parole bisogna raccogliere quanti più dati possibile per realizzare una panoramica chiara in merito alla situazione dei competitor.
3. Confronto e impostazione strategie
Sulla base dei risultati ottenuti attraverso i due precedenti passaggi viene effettuata la comparazione dei dati, per individuare i punti vincenti delle aziende prese in esame e le aree interne della propria azienda sulle quali intervenire per attuare il miglioramento.
È importante stilare il cosiddetto ‘piano di lavoro’, ovvero un programma di azione che oltre agli obiettivi da raggiungere nel medio-lungo termine indichi anche le operazioni da compiere per riorganizzare processi e/o impostare nuove strategie operative.
Conclusioni
Concludiamo la guida con una considerazione.
L’esigenza di un piano di azione efficace è avvertito allo stesso modo sia dalle PMI che dalle Start up, sia dalle imprese che erogano servizi che dalle aziende che producono beni materiali.
Qualunque sia il settore operativo di riferimento è fondamentale risultare competitivi per intercettare e conquistare il pubblico (clienti e utenti).
Ecco perché è importante affidare l’attività relativa all’analisi di benchmark a profili qualificati.
Il dato si trasforma in un’interessante opportunità lavorativa per tutti i giovani laureati in cerca di un’occupazione nell’ambito del management e del marketing.
Dal momento che fare benchmarking non significa semplicemente copiare gli altri, ma studiare le relative strategie e procedure al fine di implementarle e adattarle al proprio business per incentivarne la crescita, è fondamentale la specializzazione.
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