Come inserire le citazioni bibliografiche in una tesi di giurisprudenza?
La stesura di una tesi di Laurea rappresenta un momento di grande importanza nella vita dello studente. È il sigillo finale di un percorso accademico e sarà seguito solamente dalla discussione dell’elaborato, ultimo obbligo del laureando. In questa guida, l’Università Telematica Niccolò Cusano vi darà indicazioni utili su come strutturare una tesi di Laurea e, nello specifico, su come inserire le citazioni bibliografiche in una tesi di giurisprudenza.
Coloro che intendono laurearsi in giurisprudenza sono consapevoli che una tesi è redatta in maniera ideale solo se contiene una corretta citazione delle fonti, indispensabili in un elaborato ufficiale.
Elencare in modo sistematico tutte le fonti a cui si attinge, e farlo secondo linee guida codificate, è parte integrante di una tesi di laurea. Permette, infatti, la comprensione della tipologia di lavoro svolto e costituisce un link utile per approfondire un determinato argomento.
Citazioni bibliografiche tesi giurisprudenza
La bibliografia di un tesi serve ad elencare e ordinare i documenti effettivamente consultati durante la stesura dell’elaborato. Le
citazioni che la compongono riportano di conseguenza i dati necessari per individuare e reperire i documenti indicati.
Il materiale che di solito viene indicato nelle citazioni bibliografiche di un tesi di giurisprudenza è costituito in linea di massima da:
- saggi
- atti normativi
- sentenze
- contributi dottrinali
- codici di carattere giuridico (penale e civile)
Nell’andare a redigere una tesi di laurea non è importante solamente il contenuto della stessa (che deve essere ineccepibile per grammatica e sintassi) ma anche il rispetto di alcune formalità di stesura. Tra queste, ovviamente, figura l’insieme di indicazioni che regolano il corretto inserimento delle citazioni bibliografiche di un tesi di giurisprudenza.
Ma cos’è, nello specifico, una citazione bibliografica? Le citazioni bibliografiche svolgono la funzione di indicare i documenti (monografie, sentenze o altri testi) a cui si fa riferimento nella tesi, come fonti di informazioni o come termini di confronto.
Le citazioni riportano le caratteristiche essenziali dei documenti (autori, titolo, data, ecc.) e forniscono, se necessario, indicazioni utili sull’ubicazione dei testi.
Lo stile OSCOLA
Esistono diversi sistemi di citazione. Nello specifico, nelle tesi redatte da studenti appartenenti a Facoltà giuridiche, si utilizza per la maggiore il cosiddetto stile OSCOLA. Si tratta di un sistema di notazione che prevede il completo riferimento alla fonte citata nelle note a piè di pagina.
Lo stile OSCOLA, acronimo di Oxford University Standard for Citation of Legal Authorities, è stato sviluppato da Peter Birks, tra i più grandi studiosi di legge del Regno Unito del ‘900, detentore per molti anni di una cattedra di diritto civile a Oxford.
Il metodo di notazione noto come OSCOLA si struttura nel seguente modo. Una fonte che viene citata in una tesi apparirà così nelle note a piè di pagina:
Autore/titolo del testo in corsivo/editore e data di pubblicazione separati da una virgola, racchiusi tra parentesi tonde
Ecco un esempio concreto:
Contenuto dell’elaborato
Il capo della Squadra Mobile di Firenze che indagò sul mostro di Firenze parla oggi di una verità giuridica negata¹.
Citazione nelle note a piè di pagina con lo stile OSCOLA
¹M. Giuttari. Il mostro. Anatomia di un’indagine. (Rizzoli, 2006)
Nella bibliografia finale della tesi verrà riportato nuovamente il testo citato, nel seguente modo:
¹Giuttari Michele. Il mostro. Anatomia di un’indagine. (Rizzoli, 2006)
Bibliografia tesi giurisprudenza. Esempi:
Per i laureandi in Giurisprudenza, le citazioni nelle tesi possono riguardare monografie, leggi, norme, decreti, sentenze e articoli.
Se verrà citata la giurisprudenza in maniera significativa, è ammesso l’elenco delle sentenze in una sezione separata (in ordine
cronologico e per organo e/o grado di giurisprudenza).
L’elenco dei siti citati (la cosiddetta sitografia) deve contenere una delucidazione circa il contenuto delle relative pagine web, non solo i link di riferimento. Articoli e saggi pubblicati sul web vengono inseriti normalmente nella bibliografia.
Per le citazioni bibliografiche nelle tesi di giurisprudenza, esiste tutto un sistema codificato di abbreviazioni che rende più agevole la consultazione.
Ecco le corrette indicazioni per inserire le citazioni tesi nelle note a piè di pagina e compilare la bibliografia senza incappare in errori:
Citare leggi e normative
Nelle note a piè di pagina:
- Nome o abbreviazione del tipo di atto
- Data (giorno, mese, anno)
- virgola
- Numero (preceduto da n.)
- Epigrafe (cioè titolo dell’atto, tra “virgolette” oppure in corsivo)
Ecco alcune abbreviazioni:
- Decreto legge = D.L.
- Decreto legislativo = D. lgs.
- Costituzione della Repubblica = Cost.
- Legge = L.
- Legge costituzionale = L. costituzionale
- Decreto ministeriale = D.M.
- Legge regionale = L.R.
- Decreto del presidente della repubblica = D.P.R.
- Decreto legislativo = D.Lgs.
- Regio decreto = R.D.
- Decreto legislativo presidenziale = D.L.P.
- Regio decreto legge = R.D.L.
- Regio decreto legislativo = R.D.Lgs.
- Decreto legislativo luogotenenziale= D.L.L.
- Deliberazione della giunta regionale = D.G.R.
- Regolamento = Reg.
- Decreto ministeriale = D.M.
- Decreto presidenziale = D.P.
Esempi di citazioni di leggi:
Es. 1 – Prima nota nel capitolo:
Legge 6 agosto 1990, n. 223, “Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato”
Per la nota successiva, è possibile citare nelle note nei seguenti modi:
- L. 223/1990
- Legge 223/1990
- Legge n. 223/1990
Per chi volesse approfondire la materia, è possibile richiedere informazioni compilando il form nei contatti dell’Università telematica Niccolò Cusano a Cagliari.